Recanati città dell'Infinito

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LORENZO LOTTO A RECANATI
Le opere di Recanati
L'ANNUNCIAZIONE

CARTA D’IDENTITÀ

Annunciazione

1533-1535

Olio su tela

166 x 114 cm.

Firmata sull’inginocchiatoio della Vergine L. Lotus

Provenienza: Recanati, Oratorio di S. Giorgio, altare della Confraternita dei Mercanti

 

Il dipinto fu probabilmente commissionato nel 1533 in occasione del trasferimento della Confraternita di Santa Maria dei Mercanti nell’Oratorio di S. Giorgio ed è ivi registrato per la prima volta dalle fonti locali nel 1601come pala d’altare della Confraternita.

L’opera è considerata una delle opere più originali di Lorenzo Lotto, soprattutto per l’approccio insolito al tema dell’Annunciazione di Maria, molto familiare e diffuso nell’immaginario collettivo e in tutta l’arte occidentale.

La scena si svolge seguendo il racconto dal Vangelo di Luca (1,29). Maria Vergine è colta di sorpresa dall’arrivo dell’arcangelo Gabriele in un momento di vita quotidiana e domestica. Appare infatti turbata dalle parole pronunciate dall’angelo, che le annuncia il suo ormai prossimo divenire Madre di Gesù, il figlio di Dio.

L’OPERA

QUADRO CRONOLOGICO

1533

La Confraternita di S. Maria dei Mercanti di Recanati, una delle più antiche e prestigiose della città, preposta alla vigilanza dell’onestà delle mercature si trasferisce nella nuova sede dell’Oratorio di S. Giorgio, nel centrale quartiere di Sant’Angelo. Probabilmente   la committenza dell’opera a Lotto si riferisce a  questa occasione e data.

1533

28 Gennaio – A Venezia Lorenzo Lotto consegna al notaio Daniele Giordani un codicillo al suo testamento del 25 marzo 1531, scritto un paio di settimane prima. L’artista esordisce dichiarando di aver “dispensato” la maggior parte delle sue sostanze per sequestrarsi dal mondo, probabilmente era in procinto di spostarsi nelle Marche.

20 Ottobre –Durante la Fiera di Recanati Lorenzo Lotto è attestato in città in relazione a Giuliano di Francesco Poliniprimogenito di quel Francesco o Cecco Polini che fu tra i finanziatori del Polittico di San Domenico nel 1506. Giuliano era orafo come il padre; eredita la sua bottega, insieme ai fratelli Aurelio e Girolamo e ne prosegue l’attività, che consiste soprattutto nella produzione e nel commercio di corone del rosario e oggetti devozionali venduti anche a Loreto.

1534

13 aprile: L’artista è attestato ad Ancona

24 Ottobre – Lorenzo Lotto risulta abitante di Ancona dove nomina Giovanni del Coro suo procuratore, autorizzato a riscuotere denaro a suo nome e a vendere opere.

1535

Nel 1535 Lotto firma e data la Madonna in gloria con i santi Andrea e Gerolamo per la chiesa di Sant’Agostino a Fermo(oggi in collezione privata). Nello stesso anno l’artista è documentato a Jesi.

1601

L’Annunciazione è registrata nell’Oratorio di S. Giorgio presso l’altare della Confraternita di S. Maria dei Mercanti come un’Annonciata molto bella da Giovan Francesco Angelita, storico della città e collezionista di opere del Lotto.

1834

Amico Ricci nelle Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona segnala le opere di Recanati di Lorenzo Lotto e in una nota appunta: Vi è altresì del Lotto in Recanati una piccola tavola con l’Annunziala nell’ Oratorio de Mercanti, la quale fu per qual che tempo nel Duomo.

1893

L’Annunciazione, ancora nell’Oratorio, ebbe due visitatori d’eccezione in Bernhard Berenson e la futura moglie Mary Whithall Smith Costelloe, in tour tra Lombardia e Marche alla scoperta delle opere dell’artista. Il viaggio a Recanati risale probabilmente al maggio 1893 ed è documentato nei taccuini di viaggio della Costelloe e poi nella monografia su Lorenzo Lotto del Berenson (prima edizione nel 1895).

1953

Dopo essere stata esposta alla mostra su Lorenzo Lotto curata da Pietro Zampetti presso Palazzo ducale di Venezia (14 Giugno – 18 Ottobre 1953), dove è utilizzata come immagine della copertina del catalogo, l’opera fu incamerata nella pinacoteca di Recanati rimanendo di proprietà della Fondazione IRCER della città, ente tutt’ora esistente e attivo.

1998

L’Annunciazione entra a far parte delle collezioni dei musei civici di Villa Colloredo Mels.

 

Fonti di lettura iconografica
Lorenzo Lotto

Annunciazione

1533-1535

Olio su tela, 166 x 114 cm.

Firmata sull’inginocchiatoio della Vergine L. Lotus

 

Fonte: Vangelo di Luca, I, 28-29.

28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».

29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto

L’interno domestico dove si svolge la scena, appena illuminato da una tenue luce dorata che penetra dalla piccola finestra in alto, presenta un letto a baldacchino, in penombra sulla sinistra, riconoscibile come thalamus Virginis, simbolo della unione della Madonna con Dio. Oggetti di uso comune collocati sopra la mensola, compongono una sorta di natura morta e sono una testimonianza della conoscenza da parte del Lotto della pittura fiamminga: si notano libri, un candelabro, un calamaio e, appesi sotto, una cuffia da notte e un asciugamano bianco, entrambi riferibili a Maria. Poco più sotto, sopra uno sgabello di legno chiaro, è appoggiata una clessidra, leggermente coperta da un panno, il cui scopo è stato riconosciuto come quello di misurare la durata della Cristianità, a partire dall’Incarnazione.

Una grande apertura con arco a tutto sesto conduce a una loggia con soffitto ligneo e una elegante balaustra marmorea che si affaccia su un giardino di rara bellezza e luminosità dove si scorgono sia alberi di alto fusto che un roseto.

Il giardino allude all’ hortus conclusus mariano, simbolo della sua purezza virginale.

Una luce chiara, solare e primaverile entra nella stanza e sembra posarsi su ogni zona e oggetto in maniera talmente naturale da rendere concretamente credibile che l’evento narrato nel Vangelo stia per svolgersi di fronte ai nostri occhi.

Dal giardino, infatti, prende avvio l’episodio sacro. Dio Padre, in alto sulle nuvole, sembra voler entrare nella scena e rafforzare con le mani congiunte l’intervento divino nei confronti di Maria.

L’arcangelo Gabriele reca in mano il giglio (simbolo della purezza di Maria) e si rivolge a lei in maniera diretta; si inginocchia a terra di fronte al Mistero dell’Incarnazione, e con la sua presenza reale, genera un’ombra sul pavimento. E’ una figura possente, con i capelli biondi ancora agitati dal vento e dalla veste svolazzante.

Maria Vergine, intenta a leggere il libro di preghiere posto sul leggio, indossa un abito rosso coperto da una tunica di gradazione leggermente più chiara, con frange e decori dorati e un velo blu allacciato il seno lungo fino ai piedi. E’ colta nel momento della conturbatio, il turbamento provocato dall’arrivo dell’angelo e dalle sue parole: osservaimo l’emozione che si scorge nel suo volto e la postura delle mani, che tradiscono il timore unito alla sorpresa, nella consapevolezza di far parte di un insondabile mistero divino più grande. Tanto grande è lo spavento la Vergine assume, , voltandosi verso lo spettatore, una posa inusuale ma pienamente realistica.

Lo sgomento della giovane è inoltre sottolineato dalla presenza del gatto, raffigurato con la schiena inarcata poiché spaventato dall’arrivo dell’Arcangelo. La sua presenza, seppure da leggere forse come simbolo del male messo in fuga dall’imminente Incarnazione, connota il soggetto di una vena ancora più autentica.

Il sapiente uso dei colori, la sottile penombra della zona della stanza vicino al letto, il dosaggio di ombre nella scena  – da quella della balaustra di marmo sul loggiato a quelle dell’angelo, del gatto e della stessa Maria Vergine – restituiscono l’atmosfera silente di una giornata primaverile senza tempo, dove il sacro si unisce all’umano.

 

L’Annunciazione di Recanati. Un soggetto amato da Lorenzo Lotto  

Lorenzo Lotto si era già cimentato con il tema dell’Annunciazione nel Polittico di Ponteranica nel bergamasco (1522), nel ciclo di affreschi con Storie della Vergine della chiesa di S. Michele al Pozzo Bianco di Bergamo (1525) e nei due pannelli con l’Angelo annunciante (1) e la Vergine annunciata di Jesi (1526 circa, Pinacoteca civica di palazzo Pianetti).

L’Annunciazione di Recanati presenta affinità stilistiche con opere coeve di Lorenzo Lotto degli anni ’30, tra cui la Madonna con il Bambino e tre angeli già nel Palazzo comunale di Osimo e trafugata nel 1911 e il San Cristoforo tra i santi Rocco e Sebastiano di Loreto (2); in particolare il volto dell’arcangelo Gabriele ricalca quello del San Sebastiano, scomparto del polittico disperso di Castelplanio (3 – 1531, Gemaldegalerie di Berlino) e del suddetto dipinto di Loreto.


L’Annunciazione di Recanati: i precedenti iconografici

La scena si svolge in un ambiente domestico che riflette la conoscenza di Lotto di soggetti analoghi della pittura fiamminga dove le scene sacre sono contestualizzate all’interno delle dimore familiari e pertanto presentano oggetti e mobili tipici del tempo. In particolare la critica ha individuato nella splendida Annunciazione del fiammingo Dieric Bouts (1450 circa, Getty Museum, Malibu), il dipinto che, già in collezione privata veneziana nel XV secolo, potrebbe aver ispirato Lotto per l’angelo che si avvicina a Maria Vergine alle sue spalle.

Anche l’Annunciazione di Tiziano del Duomo di Treviso (Cappella Malchiostro, 1520), potrebbe aver ispirato lo schema dell’Annunciazione di Recanati. Fu commissionata da Broccardo Malchiostro, segretario del vescovo-umanista Bernardo de Rossi, ritratto da Lotto nel 1503 (il dipinto è conservato nel Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli), entrambi personaggi frequentati dall’artista agli inizi della sua carriera a Treviso.

In terra marchigiana ricordiamo due precedenti illustri che Lorenzo Lotto poteva conoscere e come tale ricordare per la progettazione dell’Annunciazione di Recanati:.

  • l’ Annunciazione di Olivuccio di Ceccarello già nell’arcone trionfale della chiesa di S. Agostino di Recanati e databile agli inizi del sec. XV, dove la postura delle mani della Vergine ricorda quella della Vergine lottesca (38);
  • il pannello del rivestimento marmoreo della Santa Casa di Loreto progettato da Donato Bramante (1506-1509 c.a.), scolpito da Andrea Sansovino nel 1521 che raffigura la Vergine colta all’improvviso dall’angelo di fronte un letto a baldacchino, oggetti domestici sopra una mensola, Dio Padre e un gatto che si volta verso lo spettatore.

  

 

I DETTAGLI

 

• I personaggi

• La stanza raccolta: l’arredamento, gli oggetti, il gatto

• Il giardino luminoso

 

 

LETTURE DEL NOVECENTO

 

• Carlo Emilio Gadda e l‘ Annunciazione di Recanati.

 Nel celebre libro di Carlo Emilio Gadda Quer pasticciaccio brutto de di Via Merulana (1946/ 1947) esiste un preciso riferimento all’ Annunciazione di Lorenzo Lotto di Recanati. In un passo del settimo capitolo infatti l’autore descrive minuziosamente l’espressione del volto di un personaggio che appare all’improvviso al dottor Francesco Ingravallo, alias don Ciccio:

 

”Il silente e impreveduto apparire di lui dalla scaluccia: un giovane di singolare avvenenza, certo, biondo come un arcangelo, ma senza spada; di ritorno dall’aver dato lancia in Abisso. L’Abisso, quella volta, doveva aver accusato la botta. Una botta da felicitarsene. Lui aveva nel volto, un volto fermo e pallido un tantino appena zigomato, aveva nello sguardo chiaro e sicuramente azzurro quella sorta di volizione proterva, pressoché isterica, di che un pittore, nelle Marche, s’era studiato (e compiaciuto) perfezionare le note fisionomiche naturali dei celesti volatili: quando li incaricava di certe ambasciate un po’ scabrose. Tale volizione, a metterla in pagina, verrebbe a graficizzarsi nei noti termini: “Tutto deve andare per il suo verso, che prima d’essere il suo verso è il mio, veduto ch’io sono un arcangelo”.

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